
Per le piccole e medie imprese non sono tempi facili. Basta sfogliare le pagine cartacee o digitali dei principali quotidiani nazionali per rendersi conto di come il vertiginoso aumento del costo dell’energia sia una problematica estremamente attuale con conseguenze profondissime sull’apparto produttivo italiano.
I numeri, d’altronde, sono piuttosto eloquenti: si stima, per esempio, che nei prossimi 12 mesi le aziende del comparto turistico e del settore terziario dovranno far fronte a una bolletta da 11 miliardi di euro, ovvero 8 miliardi in più rispetto all’anno precedente (+266%).
Maxi-bollette e caro benzina
Chiaramente, l’esplosione dei costi energetici ha un impatto non trascurabile sui ricavi delle piccole medie imprese. I principali studi, infatti, individuano un assottigliamento degli introiti dal 5% al 25%. Detta in altre parole, l’aumento delle bollette sta rapidamente raggiungendo livelli difficilmente sostenibili per tantissime imprese.
Richiamandoci ancora ai numeri: senza un’inversione della tendenza e senza sostegni adeguati c’è il rischio concreto che il 10% delle imprese italiane – 90mila aziende per un totale di 250mila posti di lavoro – chiuda i battenti.
Aumento delle bollette ma non solo: anche il caro benzina contribuisce a complicare la situazione dell’intera filiera produttiva. Dato che circa l’85% della movimentazione di merci avviene via gomma, l’elevato costo del carburante da un lato minaccia la fluidità delle catene di approvvigionamento delle materie prime e dei prodotti finiti, dall’altro comporta un aumento del costo dei servizi.
Fonte: RomaToday