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Roma, bar e ristoranti, il prezzo della crisi gli incassi precipitano fino a – 80%

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Roma, bar e ristoranti, il prezzo della crisi gli incassi precipitano fino a – 80%

Angelo Giraldi, terza generazione di ristoratori, alle 4 del pomeriggio dentro al suo ‘Angelino ai Fori’ in via Cavour invece di essere alle prese con i preparativi per il turno della cena, è insieme a un consulente del lavoro a fare conti e a consultare carte. “Dobbiamo pensare a salvare i nostri dipendenti – spiega Giraldi – la cassa integrazione è finita e bisogna trovare la quadra considerando quel poco che incassiamo e il numero dei lavoratori: 40 persone, 40 famiglie. Qui facciamo amatriciane e carbonare, mica posso mettere cuochi e camerieri in smart working ” .

Già, gli incassi. Tra il 70 e l’80 per cento in meno rispetto a luglio dello scorso anno. Nel centro storico, nonostante la possibilità di piazzare più tavolini all’aperto, di ripresa post Covid non c’è traccia. “Abbiamo aperto dal 1° luglio, sapendo che avremmo guadagnato solo un 20 per cento – continua il proprietario di ‘Angelino ai Fori’ – ma ci siamo buttati lo stesso pensando che il nostro ristorante non poteva restare chiuso. Siamo la prima luce che si vede dall’area archeologica. Lo dobbiamo ai nostri clienti abituali e alla città. Io abito dietro al locale, durante il lockdown Monti metteva paura. Silenzio immobile: solo B&B e quando arrivava la notte nei palazzi attorno non si vedeva una lampadina accesa. Qualcosa nel modo di fare turismo va assolutamente ripensato, Roma ha dimostrato tutta la sua fragilità economica”.

All’appello mancano 10 milioni di turisti e miglia e miglia di dipendenti pubblici che da mesi lavorano a casa. “Il centro è ormai un luogo svuotato di tutto”, racconta Luciano Sbraga direttore della Fipe – Confcommercio. Da Giolitti al Parlamento – 120 anni di storia e gelato allo zabaione, ieri mattina per la prima volta si sono rivisti un po’ di turisti. “Qualche francese e qualche spagnolo – racconta Giovanna Giolitti – certo, una goccia nell’oceano se penso a quanti stranieri c’erano l’estate scorsa. Ma tanto è bastato a far tornare il buon umore persino a mia madre, 93 anni, che continua venire a lavorare ogni giorno e dice che una Roma così vuota e triste come durante l’emergenza Covid, non se la ricorda neanche durante il tempo di guerra”.

Fonte: Roma la Repubblica.it