È emergenza rifiuti a Roma: Comune e Regione litigano, venerdì media il Governo

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Strade come discariche da sud a nord della città, Ama scarica le colpe sulla Regione Lazio e “salva” il Campidoglio anche se gli impianti promessi da Raggi sono tutti ancora su carta. Zaghis a ristoratori e commercianti: “A giugno grandi difficoltà nella raccolta”.

essanta giorni per individuare la discarica di Roma, poi sarà commissariamento. La Regione Lazio con una delibera, non più un’ordinanza dopo il ricorso vinto da Roma Capitale al Tar, ha diffidato il Campidoglio chiamato ad individuare all’interno dei confini comunali lo sbocco necessario a garantire l’autosufficienza nella gestione del ciclo dei rifiuti. La discarica che a Roma manca.

Una partita che si gioca sul filo sottile delle competenze e dell’eterno scontro tra Regione e Comune, intanto la città scivola inesorabilmente verso l’emergenza. Lo raccontano le strade ancora una volta invase dall’immondizia: cassonetti stracolmi, marciapiedi impraticabili occupati da muri di sacchetti della spazzatura. E’ così, dalla Magliana alla Cassia. Intorno un odore nauseabondo, reso ancor più acre e fastidioso dall’aumento delle temperature. I gabbiani planano e banchettano sui cumuli di immondizia, insieme alle cornacchie sempre più aggressive. Ai margini della città le pattumiere stracolme attirano i cinghiali, ovunque si teme per i topi. Disastro capitale.

La raccolta dei rifiuti in tilt: a Roma strade come discariche

La raccolta dei rifiuti è in tilt, Ama non ce la fa a liberare le strade di Roma dall’immondizia. Senza impianti e con un piano industriale ben lungi dall’essere realizzato, la città è sprofondata nell’ennesima crisi. Destinata a convivere con cumuli di immondizia in ogni angolo, proprio all’alba delle riaperture. Cittadini costretti allo slalom tra i sacchetti, a lunghi pellegrinaggi alla ricerca del primo cassonetto libero. Protestano anche i ristoratori che se la prendono con la Municipalizzata, diretta responsabile per la mancata raccolta: “Tale disservizio oltre a creare danni al decoro in città, e d’immagine nel centro storico, provoca anche disagi ai ristoratori, in particolare per lo smaltimento dell’umido e del vetro, ai clienti e ai residenti” – ha denunciato Claudio Pica, presidente di Fiepet-Confesercenti di Roma e Lazio. Lo scenario intorno a pedane e dehors dei locali è disastroso, l’odore insopportabile.

Ama non riesce a raccogliere i rifiuti ma si autoassolve: “E’ colpa della Regione”

Ma Ama, così come con la disastrosa gestione delle sepolture nei cimiteri di Roma, si autoassolve, e assolve anche il suo socio unico: Roma Capitale, addossando il conto amaro alla Regione Lazio. Per la nuova crisi il numero uno della Municipalizzata, Stefano Zaghis, dà la colpa alla chiusura degli impianti e parte da sette anni fa: dalla dismissione degli inceneritori di Colleferro. C’è stata poi, diciotto mesi fa, la chiusura della discarica di Colle Fagiolara, sempre a Colleferro; da aprile lo stop ai conferimenti a Roccasecca, nel frusinate. Niente da fare anche per la discarica di Monte Carnevale. Eppure era stato il Campidoglio guidato da Virginia Raggi a volerla li: nella martoriata Valle Galeria. Malagrotta 2 preferita ad una serie di altre aree fornite, da Tragliatella a Falcognana: solo dopo l’arresto della dirigente della Regione Lazio, Flaminia Tosini, e dell’imprenditore Valter Lozza, proprio per un’inchiesta sulla discarica di Monte Carnevale, è arrivato il passo indietro.

Per Roma nessun progresso: senza impianti nè discarica

Di passi in avanti ben pochi. Roma aspetta ancora gli impianti di compostaggio, a Cesano e Casal Selce: annunciati nel 2017 arriveranno, forse, nel 2024. Nello stesso anno atteso anche il completamento del piano industriale pluriennale di Ama: dopo il sì della Giunta, la lunga maratona in Assemblea Capitolina, l’ok dell’assemblea dei soci è arrivato solo a fine aprile. Isole ecologiche, la riconversione del TMB di Rocca Cencia in impianto di selezione del multimateriale, la costruzione di un nuovo sito per il trattamento meccanico biologico della frazione secca-indifferenziata dei rifiuti solidi urbani al servizio della città. E’ ancora tutto su carta. Roma resta senza impianti e senza discarica. Nel frattempo i passi indietro, “rimodulazione” secondo Ama, sulla raccolta porta a porta dal Torrino a Colli Aniene, anche a Settebagni torneranno i cassonetti. “Città autosufficiente nel 2024, la discarica sarà in provincia” – ha assicurato a RomaToday l’assessora ai Rifiuti di Roma Capitale, Katia Ziantoni. Nel mentre la Capitale soffre.

A cominciare dalla raccolta di competenza comunale e in particolare di Ama. Ma non è colpa di Ama, così scrive l’amministratore unico Stefano Zaghis“La capienza attuale delle discariche autorizzate nel Lazio ma non utilizzate è pari a circa 825.000 metri cubi. Da parte sua AMA – ha scritto in una lettera alle associazioni di imprese, commercianti ed esercenti – in questi ultimi due mesi ha dovuto svolgere, suo malgrado, un ruolo di ‘Pivot’ rinunciando progressivamente fino alla scorsa settimana a tutti gli spazi contrattualizzati con impianti di trattamento e smaltimento finale (termovalorizzatori e discariche regionali) per lasciarli ai suoi fornitori di trattamento e utilizzando per i rifiuti trattati nei suoi impianti (TMB Rocca Cencia e VRD Laurentino) gli sbocchi fuori Regione a prezzi raddoppiati, il tutto per non interrompere la raccolta dei rifiuti sul territorio di Roma Capitale. Questo per rappresentarvi come l’azienda abbia finora fatto tutto quanto nelle sue disponibilità e anche oltre, per servire la città al meglio delle proprie possibilità”. Ma evidentemente non basta a colmare il deficit impiantistico: lo stallo che si è registrato (anche) negli ultimi anni con il Campidoglio inerte. Nulla dopo la cancellazione del piano degli ecodistretti voluto da Marino. Palazzo Senatorio a guida grillina tanto prigioniero dei no arrivati dai territori, quanto di convinzioni ideologiche.

Rifiuti, Roma scivola nell’ennesima crisi: il Governo tenta la mediazione

Venerdì il Governo tenterà di mediare con un tavolo tecnico al quale il Ministero della Transizione Ecologica ha convocato Roma Capitale e Regione Lazio. Ma le prossime settimane si preannunciano critiche. Lo ammette lo stesso Zaghis. “Con la riduzione progressiva delle restrizioni fino alla revoca del coprifuoco, ci sarà un maggiore afflusso negli esercizi commerciali di tutta la città, torneranno progressivamente i turisti. Nel corso del mese di giugno Ama, pur mettendo sul campo ogni sforzo possibile, potrebbe trovare maggiore difficoltà nella puntuale erogazione dei servizi di raccolta”. Ancor più rispetto ad oggi.

Fonte: RomaToday