Si respira un clima di tensione a Roma. Piazza Montecitorio, oggi, potrebbe essere lo scenario di uno scontro – fisico e politico – tra lo Stato e parte degli imprenditori (del settore food e non solo) che, nonostante i divieti, hanno deciso ugualmente di marciare e si preparano ad “invadere” Roma sotto il vessillo del gruppo Io Apro. Il guanto di sfida è stato gettato, e ribadito, anche dopo il comunicato di ieri della Questura di Roma: gli imprenditori non vogliono fare un passo indietro.
Andiamo con ordine. Il tam tam per la manifestazione in programma oggi nella Capitale è partito – neanche a dirlo – dai social. La serie di dirette Facebook e i proclami dal gruppo ‘Io Apro’, gli stessi che non più tardi di una settimana fa avevano manifestato proprio in piazza Montecitorio ingaggiando anche due corpo a corpo con la polizia, non sono però sfuggite alla Prefettura e alla Questura che, di conseguenza, hanno disposto un imponente servizio di sicurezza.
San Vitale ha infatti reso noto che il 9 aprile scorso Io Apro aveva chiesto l’autorizzazione a manifestare ma, secondo la Questura, quella piazza a Roma era già stata prenotata da 100 persone (ai quali risulta regolarmente assegnata la piazza dalle 14.30 alle 19.30), esercenti appartenenti all’Italian Hospitality network, quindi non a quelle che – secondo la polizia – sarebbero state 20mila persone.
Io Apro, però, non ha voluto arretrare e – anzi – nel pomeriggio di domenica ha rilanciato: “Saremo 50mila, con 130 pullman da tutta Italia”. Il “piano” è quello di accodarsi alla manifestazione autorizzata evitando, quindi, di passare per abusivi nonostante la loro presenza in piazza, come sottolineato dalla Questura, “non è autorizzata”.
Una sfida, alla Questura e al Governo, ribadita anche in tv. Mohamed El Hawi, ristoratore fiorentino che fa parte di Io Apro, intervistato da Lucia Annunziata a ‘Mezz’ora in più’ rincara: “Noi a Montecitorio andremo lo stesso, ci appoggeremo a un’altra manifestazione di imprenditori autorizzata”. E ancora Antonio Alfieri, un altro dei fondatori e ristoratore di Sassuolo, a ‘Non è l’arena’ di Massimo Giletti ribadisce il concetto poche ore più tardi: “Noi andremo comunque a Roma, stiamo fallendo e manifestare è un diritto.
Fonte: RomaToday
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